coronavirus – Swissact, il portale del Ticino. News e ultime notizie dal Ticino, Svizzera e estero. https://www.swissact.com News e ultime notizie in tutti i settori: politica, cronaca, economia, sport, svizzera, esteri Sun, 28 Mar 2021 08:26:00 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.7.11 Le restrizioni sono controproducenti nella lotta al coronavirus, ora uno studio lo prova! https://www.swissact.com/le-restrizioni-sono-controproducenti-nella-lotta-al-coronavirus-ora-uno-studio-lo-prova/ Sun, 28 Mar 2021 08:23:23 +0000 https://www.swissact.com/?p=2961 I governi di molti paesi stanno presentando le attuali restrizioni (spesso simili ad una dittatura sanitaria) come misura necessaria nella lotta contro la pandemia di coronavirus. Come stanno andando davvero le cose? Un anno fa, all’inizio dell’annuncio della pandemia, nessuno disponeva di statistiche affidabili. Adesso ci sono e basta leggerle ed interpretarle. L’ultimo studio sulla rivista Nature (qui trovate lo studio integrale), basato su dati di 87 paesi, indica che le restrizioni governative non aiutano a prevenire l’ulteriore diffusione del virus; le restrizioni rovinano solo la vita della popolazione.

lockdown le restrizioni rovinano solo la vita della popolazionePer molte persone, i blocchi rappresentano un mezzo “logico” per combattere la diffusione dei virus. Questo approccio, tuttavia, non si basa su dati scientificamente ricercati, ma piuttosto dettato dalla paura che i governi ed i media ci hanno inculcato sino ad oggi.

In effetti, i blocchi non fanno nulla per impedire l’ulteriore diffusione del coronavirus. Quattro scienziati di fama mondiale sono giunti a questa conclusione nel loro studio: Ricardo Savaris, Guilherme Pumi, Raphael Kunst e Jovani Dalzachio. La loro ricerca è pubblicata sulla rispettabile rivista scientifica Nature.

Gli scienziati hanno cercato di stabilire se l’introduzione di un lockdown influisce sul tasso di mortalità da coronavirus. A tal fine, i dati di 87 paesi del mondo sono stati analizzati dal 24 febbraio al 23 agosto 2020. A quanto pare, le restrizioni governative si sono rivelate controproducenti nella lotta contro la pandemia.

I risultati dello studio non ci consentono di stabilire che il tasso di mortalità da coronavirus diminuisca durante il blocco“, affermano in coro gli scienziati.

Secondo gli autori, esempi come Irlanda e Perù sono indicativi. In Irlanda, dal 29 giugno 2020 sono stati aperti pub, ristoranti e parrucchieri, senza l’obbligo di indossare una mascherina. Nei mesi successivi, la mortalità per coronavirus non solo non è aumentata. Al contrario, l’indicatore ha iniziato a diminuire.

Al contrario, le autorità peruviane hanno imposto alcune delle più severe restrizioni di quarantena al mondo. Tuttavia, il blocco non ha fermato in alcun modo la diffusione del coronavirus: il tasso di mortalità per milione di abitanti a causa dello stato disastroso del sistema sanitario locale e degli strani rituali dovuti alle credenze pagane è rimasto uno dei più alti nel mondo.

In tutto il mondo, il blocco stesso è considerato la prigione della società moderna ed ha già causato danni irreparabili alla vita dei cittadini.

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Ecco le nuove regole imposte dal Consiglio Federale per il futuro https://www.swissact.com/ecco-le-nuove-regole-imposte-dal-consiglio-federale-per-il-futuro/ Fri, 12 Mar 2021 15:44:49 +0000 https://www.swissact.com/?p=2918 Dobbiamo prepararci per la terza ondata

Il Consiglio federale propone dei minimi allentamenti dell’attuale situazione entro il 22 marzo, ma solo se la terza ondata non si concretizzerà.

Il governo federale vuole allentare le misure di repressione ma teme che la Svizzera possa trovarsi di fronte a una terza ondata di coronavirus.

Il Consiglio federale lascia quindi senza risposte definitive sulle possibili aperture del 22 marzo. Rimandando come sempre la decisione nei prossimi giorni.

Tuttavia, il Consiglio federale propone questi punti per il prossimo allentamento:

Per i Bar e ristoranti vi potrebbe essere l’autorizzazione ad aprire le terrazze. Tuttavia con regole molto precise: la mascherina potrà essere tolta solo durante il consumo. Massimo 4 persone per tavolo e la richiesta della registrazione dei propri dati a tutti i membri del tavolo. Il sostegno economico dei ristoranti continuerà e non dipenderà dalla possibilità di aprire le terrazze.

Ai ristoratori che non hanno invece la terrazza verrà ovviamente data la possibilità di fallire in modo silenzioso.

Eventi con il pubblico ma con gravi limitazioni dovrebbero essere nuovamente possibili. Sono previste 150 persone per eventi all’aperto come partite di calcio o concerti all’aperto. Solo invece 50 persone dovrebbero essere autorizzate a partecipare a eventi che si svolgeranno negli edifici, come cinema, teatri e concerti.

15 persone agli eventi per il tempo libero: oltre agli eventi privati ​​già consentiti, nonché le attività sportive e culturali. Dovrebbero essere nuovamente consentiti altri eventi con un massimo di 15 persone. Ciò include, ad esempio, visite guidate nei musei, riunioni dei membri del club o altri eventi nel settore dell’intrattenimento e del tempo libero.

Le riunioni private con amici e familiari in casa dovrebbero essere nuovamente possibili con 10 persone. All’esterno esiste già una limitazione per 15 persone.

Anche agli adulti dovrebbe essere consentito di praticare di nuovo sport o di essere coinvolti culturalmente. Si applicano rigide norme di protezione e il numero di partecipanti non deve superare le 15 persone.

L’insegnamento in presenza nelle università dovrebbe essere svolto di nuovo a livello locale, ma solo in misura limitata. Ad esempio, non più di 15 persone potranno persenziare in una classe. Con l’obbligo rigoroso di portare la mascherina.

Nelle case per anziani i residenti vaccinati verranno esentati dall’obbligo di portare la mascherina.

Secondo Berset inoltre da lunedì 15 marzo la Confederazione si assumerà i costi di tutti i test coronavirus.
È quanto prevede la nuova strategia del Consiglio federale per accompagnare le riaperture graduali. Si tratta di una misura volta a “proteggere meglio le persone particolarmente a rischio e combattere tempestivamente i focolai locali di Covid-19” ha spiegato Berset.

Che dire: attendiamo le decisioni definitive per la prossima settimana, nel frattempo il CF ha ulteriormente dimostrato la sua incapacità nella gestione della pandemia.

Non è neppure chiara la gestione dei vaccini ed il motivo per il quale la Svizzera ne ha snobbati oltre la metà senza una giustificazione reale.

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COVID-19 e anticorpi monoclonali https://www.swissact.com/covid-19-e-anticorpi-monoclonali/ https://www.swissact.com/covid-19-e-anticorpi-monoclonali/#comments Fri, 05 Feb 2021 19:03:25 +0000 https://www.swissact.com/?p=2682 Già da tempo ci si augurava di poter aver come alleati contro il SARSCoV2, oltre ai vaccini che già conosciamo, gli anticorpi monoclonali. Gli anticorpi sono detti monoclonali perché sono prodotti dalla progenie di una singola cellula clonata e che produce anticorpi completamente uguali tra loro perché derivati da cloni; la soluzione così prodotta, ha una specificità talmente alta verso l’antigene che si vuole colpire, nel nostro caso il coronavirus responsabile del COVID-19, da permettere la guarigione completa dall’infezione, specialmente se si interviene nei primi momenti della malattia.

COVID-19 e anticorpi monoclonaliForse qualcuno ricorda il siero antitetanico o antivipera, quelli erano policlonali per cui contenevano anticorpi generati da più linee cellulari ed inoltre erano di origine animale per cui spesso erano pericolosi per le reazioni allergiche che potevano causare.
L’anno scorso ricordo le proposte dell’uso del plasma purificato di soggetti in via di guarigione dal COVID ed anche in questo caso la terapia si basava sulla presenza nel plasma di un’alta concentrazione di anticorpi da trasferire tramite plasmaferesi (una trasfusione di plasma n.d.r.) nei malati ricoverati.

Il processo di produzione degli anticorpi monoclonali é piuttosto complicato perché bisogna usare topi bio-ingenierizzati e linee cellulari rese immortali che produranno anticorpi in quantità ragguardevoli(rif.); i costi elevati e la specificitá ne hanno limitato, finora, l’uso all’ambito delle terapie anti-tumorali e per malattie particolari ma attualmente, vista la situazione di pandemia, hanno trovato il nemico adatto contro il quale utilizzarli.

Le ultime notizie circolanti, annunciano l’approvazione del loro uso in ambito terapeutico contro il COVID, limitatamente a quei casi che sono a rischio di complicazioni certe e per i quali bisogna attuare un intervento rapido e mirato nelle fasi precoci della malattia (rif.).

Una volta somministrati, i monoclonali sono da subito attivi nel sangue e possono offrire una protezione per diverse settimane. Potrebbero inoltre rivelarsi utili per proteggere gli individui a rischio che non si possono vaccinare a causa di altri motivi di salute, offrendo ai medici più risorse per trattare l’eventuale insorgenza dei sintomi della sindrome COVID-19.
S.S.

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Vacino Moderna, efficace anche su Sudafricana e Britannica https://www.swissact.com/vacino-moderna-efficace-anche-su-sudafricana-e-britannica/ Mon, 25 Jan 2021 16:40:07 +0000 https://www.swissact.com/?p=2507 Il vaccino di Moderna efficace contro le varianti britanniche e sudafricane. Questa la dichiarazione dell’azienda americana che afferma con convinzione che il loro vaccino potrebbe creare abbastanza anticorpi per combattere le nuove varianti del Covid Sudafricana e Britannica in modo efficace.

vaccino di Moderna efficace contro le varianti covidIl vaccino Covid-19 di Moderna è efficace contro le varianti britanniche e sudafricane del coronavirus, ha affermato con certezza in una dichiarazione lunedì la società biotech.

Gli esperti si aspettano che il vaccino “protegga dalle mutazioni”, hanno confermato dopo i vari test effettuati nelle ultime settimane. Moderna ha spiegato, che stanno lavorando per sviluppare una dose aggiuntiva in grado di aumentare ulteriormente la protezione contro queste varianti.

“Lo studio non ha mostrato un impatto significativo sui titoli degli anticorpi contro la variante B.1.1.7 rispetto alle varianti precedenti”, ha spiegato Moderna riferendosi alla variante Britannica.

Al contrario, è stata osservata “una riduzione di sei volte” nei livelli di anticorpi contro la variante sudafricana (B.1.351). Ma “nonostante questa riduzione”, i livelli di anticorpi “rimangono al di sopra di quanto previsto come necessario per fornire un adeguata protezione”, scrive Moderna.

Nuovo candidato testato
Per studiare l’impatto del suo vaccino, chiamato mRNA-1273, Moderna ha prelevato campioni di sangue da otto persone che avevano ricevuto due dosi del vaccino e da diversi primati anch’essi risultati immuni.

“Siamo incoraggiati da questi nuovi dati, che rafforzano la nostra fiducia nel fatto che il vaccino di Moderna contro il Covid-19 dovrebbe proteggere contro queste nuove varianti”, ha detto il capo Stéphane Bancel.

L’azienda sta tuttora testando anche l’impatto della vaccinazione su svariati soggetti e la possibilità di iniettare una terza dose del suo vaccino per migliorarne la protezione.

I risultati delle sperimentazioni, condotte in collaborazione con l’American National Institutes of Health (NIH), saranno sottoposti allo studio della comunità scientifica.

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Pfizer qualche dubbio sul Vaccino https://www.swissact.com/pfizer-qualche-dubbio-sul-vaccino/ https://www.swissact.com/pfizer-qualche-dubbio-sul-vaccino/#comments Thu, 21 Jan 2021 10:28:50 +0000 https://www.swissact.com/?p=2478 di Paolo Becchi e Giulio Tarro

Paolo Becchi e Giulio Tarro ci spiegano l'efficienza dei cavvini

La storia dell’umanità è stata forgiata da micidiali microorganismi. In passato catastrofiche epidemie come la peste – che in Europa nel medioevo uccise i due terzi della popolazione – o il vaiolo, unite a quello che a quei tempi era un alto tasso di natalità, hanno permesso il ripopolamento, in determinate aree del nostro pianeta, di persone caratterizzate da gruppi sanguigni particolarmente resistenti a microbi come la yersinia pestis o virus come il variola virus. Solo a partire dalla fine dell’Ottocento la medicina è stata in grado di scoprire gli agenti eziologici delle principali malattie a carattere epidemico e a mettere in atto strategie per contenerle.

Perché vaccinarsi
Innanzitutto, le vaccinazioni. Il principio sul quale si basano i vaccini è, come è noto, inoculare nel soggetto sano quantità attenuate (o parti di questo) dell’agente patogeno, del virus insomma, in modo da suscitare nell’organismo una reazione immunitaria capace di proteggerlo. Oltre a questo beneficio ve ne è un altro altrettanto importante: la vaccinazione del singolo individuo riduce il numero dei soggetti che possono trasmettere l’infezione, perché chi si vaccina non solo non si ammala ma non è in grado di trasmettere l’infezione. Si può raggiungere, quindi, quella che è stata definita “’immunità di gregge” (herd immunity), la quale finisce con il fornire una tutela anche ai soggetti che non sono stati vaccinati. Una qualsiasi vaccinazione per poter proteggere una comunità deve interessare una grande percentuale degli individui che la compongono; in taluni casi il vaccino può anche provocare gravi effetti sulla salute delle persone sottoposte alla vaccinazione, ma col tempo i progressi fatti nella preparazione dei vaccini tradizionali hanno ridotto di molto i rischi. Nessun dubbio quindi sull’utilità e l’efficacia dei vaccini.

Cos’è un vaccino?
Ma cosa è precisamente un vaccino? Il vaccino viene definito come “mezzo biologico di difesa antinfettivo adoperato per stimolare le reazioni immunitarie verso infezioni batteriche o virali”. Questa una delle definizioni più diffuse. Il meccanismo mediante cui agisce il vaccino è quello di stimolare la produzione degli anticorpi specifici per se stesso, in modo da neutralizzare l’effetto biologico, cioè contagio ed effetto patologico, sull’organismo ospite. Ci sono diversi tipi di vaccini, nel caso attuale, per la verità, forse anche troppi. Ma una differenza ci pare oggi fondamentale. Alcuni utilizzano virus, altri no. I vaccini più tradizionali sono quelli cinesi e indiani, a virus disattivato, ma anche il vaccino prodotto dai russi utilizza un adenovirus come vettore contenente le istruzioni per produrre la glicoproteina “spike” che permette al virus di legarsi alle cellule umane, che utilizzerà successivamente come fotocopiatrici per creare nuove copie di se stesso. Il nostro sistema immunitario impara a riconoscere la proteina del virus “ibrido” e meno aggressivo, conservando la memoria dell’agente incontrato.

Ma come funzionano i “vaccini” di Pfizer e Moderna che ora vengono impiegati in Italia? La tecnica di iniettare non un virus ma frammenti di RNA messaggero (mRNA) consiste nell’utilizzare una molecola speculare al Dna del virus per la produzione delle proteine costituendi la particella virale che ha il fine di indurre la glicoproteina “spike” del coronavirus, che viene usata per i recettori Ace2 delle cellule bersaglio al fine di produrre questi antigeni nelle nostre cellule mediante l’informazione dell’mRNA. Viene quindi stimolata la produzione di anticorpi specifici come le immunoglobuline nei riguardi di questi antigeni specifici virali per stabilire l’immunità del soggetto vaccinato. Si tratta dunque una nuova terapia genica, mai utilizzata prima d’ora, basata sua molecola che contiene le istruzioni per la sintesi nell’organismo umano di nuove proteine le quali dovrebbero permettere di resistere meglio all’attacco dello stesso virus.
Questa nuova tecnica può essere considerata compatibile con la definizione di vaccino entrata da tempo nell’uso? Insomma, stanno vaccinando o stanno sperimentando su vastissima scala un nuovo farmaco? La nuova tecnica può essere considerata compatibile con la definizione di vaccino come “mezzo biologico”, mentre qui si tratta di un nuovo farmaco basato su frammenti di una molecola speculare al Dna? Sono domande lecite e non si dica che la “scienza” abbia già fornito le risposte, perché la “vera” sperimentazione di questo nuovo farmaco comincia adesso con le vaccinazioni. E solo tra diversi anni, forse, sapremo che effetti ha prodotto.

Vaccino, effetti collaterali
Non è vero, si obbietta, ci sono stati i trial clinici che hanno consentito l’approvazione del farmaco. Ci sarebbe molto da dire al riguardo, ad esempio che essi non includevano pazienti con malattie acute o instabili e pochi erano i soggetti volontari over ottanta. Inoltre la produzione del vaccino genico è iniziata – a quanto pare – ben prima dei risultati dei trial. Infine il dottor Peter Doshi, scienziato dell’Università del Maryland, il 4 gennaio 2021 ha pubblicato sul British Medical Journal, come anche riportato dal New York Times, uno studio sui vaccini della Pfizer e Moderna che tra l’altro riporta l’efficacia dal 19 al 29% e non al 95% come da loro affermato. Insomma, persino sull’efficacia sono stati avanzati dubbi. Ma il problema più grande – a nostro avviso – riguarda la sicurezza di questi “vaccini”.

Chi può oggi escludere che questi “vaccini” non possano indurre una risposta infiammatoria non specifica nei riguardi dell’mRNA che aumenta la risposta specifica ed immune? Sappiamo che nel caso di una infezione virale che infetta i linfociti, produttori degli anticorpi, vengono sintetizzate nuove proteine umane chiamate fattori di trascrizione. In altre parole, alcune regioni del genoma del virus si legano al genoma delle cellule umane. Questa unione virale con i fattori di trascrizione umana modificano l’espressione dei geni virali vicini. Si è visto di recente che viene messo in opera un meccanismo di attivazione di alcuni geni umani associati che predispongono al rischio di malattie autoimmuni, come il lupus, la sclerosi multipla, l’artrite reumatoide, le malattie infiammatorie intestinali, il diabete di tipo 1, l’artrite idiopatica giovanile e la malattia celiaca. Inoltre, nei soggetti in età fertile l’RNA messaggero potrebbe indurre modifiche sugli spermatogoni o sugli ovuli con prospettive di alterazioni genetiche nei feti che solo il tempo potrà essere in grado di escludere. Non è forse questa la ragione per cui questo tipo di vaccino viene sconsigliato alle donne incinte, come pure viene sconsigliata la gravidanza fino a due mesi dopo la sua inoculazione? Ma allora perché non sconsigliare questo farmaco non solo alle donne incinte ma anche ai soggetti in età fertile?

Ora però dopo quello che è successo in Norvegia in questi giorni pare che anche per gli anziani ci siano problemi. In Norvegia si sta cercando di approfondire il decesso di 23 persone anziane che sono decedute dopo il “vaccino” contro il coronavirus prodotto dalla Pfizer – BioNtech. Si presume che gli effetti collaterali comuni possano contribuire ad un peggioramento delle patologie gravi nelle persone anziane. Tali decessi hanno fatto sì che il “vaccino” Pfizer non venga più inoculato in Norvegia nei pazienti anziani “molto fragili” evidentemente perché c’è il sospetto che il vaccino dia loro il colpo di grazia. Anche negli Stati Uniti ci sono già 55 morti avvenute dopo l’uso di vaccini che utilizzano l’RNA messaggero.

Dobbiamo correre tutti questi rischi di fronte ad un farmaco approvato in fretta e furia, che al momento ci viene di fatto imposto come unico vaccino, anche se propriamente non è un vaccino? Un vaccino inventato da una piccola azienda tedesca biotecnologica, sino a ieri con i conti in rosso, che da tempo senza successo lavorava su quella molecola RNA per altri fini e che ora grazie all’americana Pfizer (seconda tra le Big Pharma mondiali) si è trasformata nel “viagra” dei vaccini? Un “vaccino” che garantisce una breve immunità individuale e che quindi dovrà essere ripetuto a distanza circa di un anno, e che tra l’altro non è neppure in grado di impedire agli stessi vaccinati la trasmissione del virus? E ancora, perché l’Italia non ha prodotto un suo vaccino a virus inattivato o a vettore virale e invece dobbiamo diventare le cavie di Pfizer, con il rischio, tra l’altro, di non avere nei tempi prescritti la seconda dose del vaccino che è indispensabile per la sua efficacia? Perché non offrire ai cittadini italiani la possibilità di scegliere tra un vaccino tradizionale e questo nuovo farmaco? Perché il 25 % dei medici o forse più – non sarebbe male un sondaggio al riguardo di Alessandra Ghisleri – non vorrebbe fare il Pfizer o il Moderna?

Beninteso, noi non abbiano niente in contrario riguardo alle ricerche su questa molecola che è capace di interagire con molte altre molecole, abbiamo solo dei dubbi sul fatto che essa possa funzionare come un vaccino e non siamo gli unici ad avere questi dubbi. Una genetista francese che da tempo si occupa dell’RNA, la dottoressa Alexandra Henrion-Caude, che dirige in Francia un Istituto di ricerca genetica, ha di recente manifestato dubbi analoghi. La produzione di proteine è regolata da alcuni interruttori, l’epigenoma, che dicono alle cellule di leggere le informazioni contenute nel gene. Questi interruttori accendendosi e spegnendosi agiscono sulla metilazione. Questo può succedere nel nostro organismo anche quando vi introduciamo la molecola RNA messaggero. Ora, elevati livelli di metilazione producono una inattivazione, un “silenziamento”, di quei geni oncosoppressori che ci proteggono dai tumori. Anche di questo bisognerebbe tener conto.
Amarcord. I vaccini antipolio, tipo Sabin che si somministravano per via orale contengono virus attenuati che moltiplicandosi per un breve periodo nell’intestino, determinano la produzione di anticorpi e quindi l’immunizzazione. Chi faceva questo vaccino era immune per lungo tempo o forse addirittura per sempre e immunizza anche gli altri. Chi oggi si vaccina con Pfizer o Moderna si immunizza per pochi mesi, può infettare gli altri e non possiamo neppure escludere che metta a rischio la propria salute.

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Covid Svizzera Ulteriori inasprimenti https://www.swissact.com/covid-svizzera-ulteriori-inasprimenti/ Wed, 06 Jan 2021 16:11:01 +0000 https://www.swissact.com/?p=2186

É di oggi 6 gennaio l’ultima conferenza stampa del consiglio federale inerenti tutti i problemi dovuti Coronavirus (COVID-19) è veramente un peccato che la lingua italiana sia sempre un pochino dimenticata.

Alla conferenza stampa era presente esclusivamente il consigliere federale Alain Berset il quale ha spiegato che la situazione attuale è “La situazione non è buona, anzi, è cattiva direi”

È stato finalmente deciso di mettere uno stop alle eccezioni finora previste. Dal 9 al 22 di gennaio dovranno restare chiusi in tutta la Svizzera i ristoranti, tutte le strutture per la cultura ed il tempo libero e sport.

Si prevede anche la chiusura della ristorazione fino alla fine di febbraio, ma la decisione finale avverrà con la prossima conferenza prevista per il 13 di gennaio.

Questa situazione sta sicuramente sfuggendo di mano anche al Consiglio Federale, che non riuscendo a prendere una linea definita lascia sempre il cittadino nell’incertezza del domani:

Si continua anche a sostenere che le scuole non siano portatrici di COVID 19, ma sono ormai parecchi mesi che parecchi medici molto accreditati sostengono il contrario, e la spiegazione nella realtà è abbastanza semplice: se un allievo della scuola torna a casa e un f

amigliare purtroppo è affetto da Coronavirus, essendo che i ragazzi per la maggior parte delle volte risultano asintomatici, al ritorno nei giorni successivi a scuola vi è un alta possibilità che con il contatto con i compagni, possa in modo inconsapevole infettare i compagni, che a loro volta tornando a casa, possono portare il virus a genitori e nonni. Questo è un dato di fatto semplicissimo da capire, purtroppo lo è per buona parte della cittadinanza ma sembra non lo sia per i nostri politici.

Berset è per la non chiusura delle scuole ma invita i cantoni ad essere pronti per un eventuale scuola a distanza.

Dal 22 dicembre sono stati completamente bloccati tutti i bar e ristoranti, pensando che parte della pandemia venisse propagata dai locali pubblici, ora malgrado tutti i ristoranti, bar, musei, palestre siano chiuse sembra che l’evoluzione del Virus sia difficilmente controllabile e

d anzi i numeri sono aumentati. Anche qui qualsiasi persona di buon senso può comprendere che il reparto ristorazione non è responsabile della pandemia. La maggior parte dei ristoratori ha investito parecchio denaro in prevenzione e questa ulteriore chiusura potrebbe minare in modo irreversibile il settore.

Sembra che tutti ci siamo dimenticati della passata estate quando invece di prevenire la pandemia, venivano offerti incentivi per andare in

vacanza.

È vero che teoricamente gli esercenti verranno aiutati, ma moltissime spese vive purtroppo non verranno coperte da nessuno e questo porterà la maggior parte dei locali pubblici ad una chiusura defi

nitiva.

Impensabile che si pensasse che per alleggerire gli affitti delle attività chiuse per la pandemia, dovesse essere il proprietario ad assumersene i costi, dimenticandosi che anche i proprietari hanno costi importanti per mantenere gli immobili.
Fortunatamente a questa follia il Consiglio nazionale ha bocciato la relativa legge con 100 voti contro 87. Dall’altra parte, la commissione competente degli Stati ha già fatto sapere di non voler entrare in materia.

Mia opinione che il consiglio federale in questo momento stia brancolando nel buio e non sappia come affrontare questa situazione, penso che il popolo abbia bisogno di informazioni ed indicazioni certe, è totalmente sbagliato permettere code chilometriche di sciatori senza mascherina a Lenzerheide e poi non permettere di bere un caffè in un locale adeguatamente protetto, è insensato chiedere a tutta la popolazione attenzione alle regole, quando ogni mattina entrano un’orda di frontalieri senza avere un minimo controllo da ambo le parti.

Speriamo che la situazione evolva soprattutto in chiarezza.

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